Pandemia.

Nessuno cita più l’epidemia.Ora è il momento della “Fase 2” ( ?! )Ne parlano tutti.Pochissimi sanno, veramente, che cosa è stata la Fase 1.Nessuno sa che cosa seguirà la Fase 2.O meglio, molti dicono di saperlo, ma, a specifica domanda, nessuno sa rispondere.C’è gran confusione.Viene in mente il caos.Anzi, il Caos!Con la C maiuscola.Quello dal quale, molti affermano, tutto sia nato.E al quale, alcuni sono certi, torneremo.Ho in mente un pomeriggio d’estate.Tre anni fa.Una Villa Romana.Una di quelle celebri.Nobiliare.Abbastanza maltenuta.Era normale allora, lo è oggi.Ci sono “altre cose”.Più importanti.La Natura provvede a se stessa.“È resiliente”, dicono i dotti!Sarà vero?Ho seri dubbi.Godiamoci il pomeriggio di sole.Cani che corrono dietro una palla.Coppie di giovani che si perdonol’uno negli occhi dell’altro.Senza parlare.Non serve.È tutto talmente chiaro!Evidente.Una mamma spinge una carrozzina, con neonato.Dietro il papà.Cerca di tenere a freno altri tre lupacchiotti.Lo sguardo smarrito.Ce la farà?I tre fanciulli ( non arrivano a 10 anni sommati fra loro ) tirano sassi.Con occhio selvaggio.Dal centro di un piccolo ponte che unisce le sponde di un allegro torrentello.“Puntano” i pesci rossi che guizzano, terrorizzati, da tutte le parti.Per sfuggire al pericolo mortale.- Attenti a non cadere in acqua – urla il papà.Indifferente alla possibilità che i “pesci rossi”si trasformino in “pesci morti”.Ci sono piante bellissime.Fioriture dai mille colori.Un tiglio.Gigantesco.All’ombra del quale, la schiena poggiata contro il tronco, un distinto signore, cuffie spaziali a coprire le orecchie, fissa le pagine di un libro.Che non sfoglia mai!Certamente non legge.E le cuffie non gli servono per ascoltare musica.Peccato!Connubi perfetti.Musica e lettura.Musica e pittura.Musica e meditazione.No.Sono certo.Le cuffie servono per proteggersi dalle urla disumane di quattro o cinque bambini.Li.A pochi metri.Si scambiano “ pallonate “ potenzialmente mortali.Intorno, ad aizzarli, genitori infervorati.- Passa la palla, passa la palla – urla uno dei papà.E la palla passa.A pochi centimetri dal naso dell’incauto, e invisibile, lettore sotto il tiglio.È tempo di “resipiscenza”.Raccoglie le sue cose, in fretta, e lesto si allontana.Il passo è dignitoso.Ma spedito.Subentra un altro genitore- passa la palla, passa la palla -.Gli arriva.Un potente sinistro.Degno della migliore punta del Barcellona.Tira giù due rami del tiglio secolare.Con rispettive foglie.È felice.Mani al cielo, indice puntato verso nostro Signore, fa un giro di campo ( intorno al tronco della incolpevole pianta ) urlando:“ Gol. Gol. “Inopportuno sostare fra lanciatori di sassi e “pallonari” della domenica.Il torrentello è fiancheggiato da un vialetto.Mi avvio.Anche qui la manutenzione è approssimativa.Ci sono sempre “ altre “ cose a cui pensare.Ciuffi d’erba crescono indisturbati lungo il tratto calpestabile.Erba incolta ai lati.A diverse altezze.Segni evidenti di tagli iniziati e subito interrotti.Punti d’ombra, qua e là, per le fronde di cespugli che si piegano sul vialetto.Alcuni sono spinosi.Qui non c’è posto per attività sportive di “virile audacia“.Niente sferici bolidi.Niente sassi.Niente polvere da calpestio frenetico.Si sente, addirittura, il profumo delle piante.Si apprezza il colore dei fiori.Il rosso dei papaveri.Il giallo delle ginestre.Le margherite sopravvissute al calpestio dell’homo sapiens.Mi colpisce un’immagine.Come un fulmine.Uno schiaffo in pieno volto.Ma non fa male.Anzi, è piacevole.Fa riflettere.È un bambino.Silenzioso.Di spalle.Avanza tranquillamente con una bici priva di pedali.È piccolo.Forse tre anni. Poco più, poco meno.Accanto un cane.Grande, un molosso.Tra i due, un guinzaglio.Ma il bambino è di spalle.Il cane cammina nella stessa direzione.Impossibile capire chi tiene il capo del guinzaglio.O meglio: chi “ porta “ chi.Un enigma.Lo schienale che avvolge il torace del cane, fa pensare che a condurre sia il bambino.Mi viene naturale riflettere.L’Uomo, nella sua infinita pochezza, riesce a padroneggiare la natura.Che mantiene potenzialità distruttive.Di molto superiori a quelle di tutti gli esseri viventi messi insieme.Viene in mente che quel cane in maniera docile si fa condurre dal bambino.Ma sarebbe sufficiente un nulla per invertire i ruoli.Quel bambino ama il suo cane.Lo rispetta.Ecco, adesso lo accarezza e lui, riconoscente, china la testa e muove la coda.Il bambino non gli tira sassi.Non lo colpisce con il pallone, violentemente.Lo accarezza!Tutto è chiaro.Il guinzaglio non detta priorità.Il bambino “ non comanda “ il suo cane.Lo rispetta.Se dovesse morire, certo piangerebbe.Se invece accadesse il contrario?Non se ne viene a capo!È il caso di riconsiderare alcuni comportamenti.Che non attengono alla morale comune.O addirittura all’etica.Ma al rapporto complessivo dell’uomo con la natura. Ovvero dell’Uomo con se stesso.Quel guinzaglio è……….un ENIGMA!Titolo: L’Enigma del GuinzaglioAnno: 2017Misure: 50x70Tecnica: pastello, ecoline, pastello a cera, su tavolaCollezione privata.

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