24Febbraio. Anno del Signore 2020

Penisola dello Yucatán.
Tra Quintana Roo e Belize.
Davanti, il mare dei Caraibi.
Notte d’inferno.
Pioggia torrenziale.
Da quelle parti assume caratteri estremamente violenti.
Poi l’alba.
Non piove.
A est un cielo limpido, con poche nuvole all’orizzonte.
A ovest quello che resta del temporale notturno.
Silenzio assoluto.
Sulla spiaggia uno spettacolo surreale.
Alcuni gazebo con lettini deserti.
Una barca tra lunghe onde che, in lontananza, frangono sulla barriera corallina.
Una decina di uccelli volano a mezz’aria.
Sembrano cormorani.
Comunque neri, in controluce.
Sto per scattare la foto di rito.
Non sono solo.
Nel punto in cui l’acqua si confonde con la sabbia una giovane donna.
In piedi.
Il seno nudo.
Le mani tra i capelli a ravviarli.
C’è vento.
Sente qualcuno.
Si volta.
Mi vede.
Sorride.
Ho provato a tradurre la foto in un quadro.
Difficile.
Troppi elementi.
Ho eliminato tutto. O quasi.
Solo una sintesi.
Terra, acqua, aria.
Sulla destra, quello che resta del temporale notturno.
Il volo dei cormorani.
Una partizione azzardata, con una linea mediana che taglia l’opera in due parti, identiche.
Non usuale.
Colori struggenti.
Quando osservo il quadro, ancora oggi, provo la stessa sensazione.
Una pace assoluta.
Difficile reprimere la commozione.
Titolo: Dopo la tempesta.
Tecnica: pastello extra fine su tavola.
Misure: 70×50
Anno: 2015
Collezione privata.

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