12 Marzo. Anno del Signore 2020

In piena pandemia da Covid-19. Avendo molto tempo a disposizione, capita di fermarsi davanti a un vecchio quadro.Neanche troppo vecchio: 2008.Autunno avanzato.Da qualche tempo il gruppo, in pratica una sorta di “ armata Brancaleone “, ha necessità di riunirsi.Otto medici di famiglia.Una ventina di specialisti.Una segreteria numerosa.Una infermeria ben rappresentata.Ed altri ancora.C’è bisogno di frequenti incontri.Per coordinare il tutto.Riunioni spesso noiose.A volte movimentate.Ogni tanto ai limiti dello scontro fisico!-È opportuno sdrammatizzare-.Idea! Approfittando di un ponte, sul fine settimana, organizziamo il prossimo “summit” al di fuori dello studio.In pratica, una trasferta.La prossima riunione si farà nelle Marche.A Muccia.Si prenotano le stanze. Un’intero alberghetto.Ci trasferiamo.Previste riunioni per tre giorni.La prima, all’arrivo, si tiene al ristorante dell’albergo. Un pranzo di lavoro.Durerà una decina di oreAbbraccerà il pranzo e la cena, senza interruzioni.Piatti succulenti.Che non meritano “distrazioni”.E poi quel vinello!Il secondo giorno comincia con una colazione epica.Due ore e mezza intorno al tavolo.Nessuno osa pronunciare la parola…..lavoro.È necessario smaltire.Passeggiata lungo un torrentello di montagna.In sottofondo il trotterellare dell’acqua, cristallina, fra la pietraia.Paesaggio boschivo.Aria frizzante.L’intenso profumo del sottobosco e del muschio.Abbondante sulle cortecce esposte a nord.Si indugia volentieri sulla bellezza e la pace della natura.Il cinguettio degli uccelli, le impronte, numerose, dei cinghiali, l’odore inebriante della legna che brucia nei camini delle casupole sparse nel bosco e nel paesino, non lontano.E il lavoro?Può attendere. C’è un problema. È ora di pranzo!Dilemma: riunione in sostituzione del pranzo, o pranzo in sostituzione del lavoro?Unanimità ( non era mai successo prima ).Pranzo.La complicità fra i colleghi va consolidandosi a velocità non prevista.Nessuno ha dubbi. Si va a tavola.Tre ore. Taglieri vari, pappardelle al cinghiale, arrosti di ogni tipo, e poi, come avrebbe detto l’incontenibile Alberto Sordi……” quer vinello der Mascherone!! “.C’è bisogno di riflessione.Per smaltire.Solo qualche minuto.Tutti in camera!A riposare.La rete cigola.A qualcuno viene in mente che, con idonei saltelli, in piedi, sul letto, il cigolio della rete potrà trasmettere l’impressione di veementi battaglie amorose.Nonostante l’età e il lauto pasto.Un figurone!È l’apoteosi della goliardia.E il lavoro?Per adesso concediamoci un meritato riposo.Alle 18 tutti giù. Nella hall.Potrebbe essere il momento giusto per dare dignità alla nostra presenza a Muccia.Fuori è notte.L’aria è fredda.C’è il camino, grande, acceso.Perché non appoggiare qualche buon bicchiere di rosso, magari speziato, con la cannella, davanti al fuoco?In fondo Natale è vicino. E poi, ci sono le castagne.Tre ore volano. Si spettegola in maniera indecorosa. Su tutto e di tutti.È il momento della cena.Incredibile come passa il tempo!Il terzo giorno inizia con una generale presa di coscienza.-Dopo due giorni non abbiamo dato uno sguardo alle bellezze dei dintorni-Siamo vicini a Tolentino.Si va.E il lavoro?Poi vedremo.Le viuzze sono meravigliose.C’è un’atmosfera di altri tempi, siamo nel medioevo.Passiamo davanti a un portone. Grande.È l’ingresso, da nord, del chiostro agostiniano della basilica di San Nicola.Un affresco trecentesco ritrae una Madonna con Bambino.Il clima, l’umore del gruppo, muta repentinamente.Siamo di fronte alla Bellezza.Quella vera.Assoluta.Passa il tempo. Non so quanto.Nel Chiostro, in ombra, c’è vento freddo.Al centro uno sprazzo di luce, quasi accecante.In netto contrasto con la penombra del camminamento sotto il porticato.All’uscita sta piovendo. Non abbiamo ombrelli.È il destino. Davanti, a pochi metri, sotto una sequenza di archi, un bar.L’aspetto è invitante. Cioccolato caldo per superare il freddo. Panna per guarnizione. Dolci da capogiro.È ora di pranzo!E il lavoro?Il profumo che esce dalla trattoria accanto al bar è troppo forte. Ricorda il canto delle sirene di omerica memoria.Che si fa?È il momento di far valere la mia autorità. In fondo sono il coordinatore. Il responsabile ( o forse il colpevole? ).Entriamo nel ristorante.Sorvolo su quanto accaduto nel pomeriggio.Forse in quella trattoria, fra canti, irripetibili barzellette ed altro, abbiamo esagerato. Per fortuna la memoria ci corre in aiuto. Non ricordiamo quasi niente!Il viaggio di “ lavoro “ è terminato.Non abbiamo combinato nulla.O forse sì. Nei giorni successivi tutti sono più tranquilli.La nostra amicizia sembra consolidata.C’è accordo su ogni problema.Sembra un altro gruppo di lavoro.E poi sono rimasti due quadri.Uno, “ Il camino di Muccia “, che ritrae un’amica in primo piano davanti al fuoco scoppiettante e un bicchiere di vin brûlé.L’altro, un angolo del Chiostro di San Nicola a Tolentino.Pubblico questa seconda opera.Solo per questione di privacy.Sono convinto che l’amicizia sia più importante del lavoro, così come credo che la Salute prevalga sull’Economia.Buona giornata a tutti, specialmente a chi è in difficoltà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *